L'alto livello di litigiosità nelle coppie che si separano non è sempre una costante. Alcune, almeno inizialmente, non lo sono, altre non lo diventeranno mai: dipende da come gestiranno la propria separazione. La separazione è spesso originata dal divorzio emotivo, ovvero nel momento in cui
"la convinzione di essere la persona più importante nella vita del coniuge è irrevocabilmente passata"
Chi arriva ad elaborare il divorzio emotivo è una persona che ha vissuto e vive una profonda sofferenza psico-emotiva, accompagnata da reiterati e costanti tentativi falliti di ottenere attenzione e soddisfazione ai propri bisogni non materiali e che, avendo raggiunto la convinzione di non essere importante per il coniuge, prova forti emozioni contrastanti. Emozioni che possono prevalere o sovrapporsi e rendere più o meno evidente al partner il disagio sofferto.
La paura della solitudine o di non riuscire ad affrontare il futuro da soli blocca chi la prova nella condizione coniugale, al contrario la rabbia spinge a scoppi verbali, discussioni accese, out-out perentori e ricatti. Se nel primo caso il partner può non accorgersi per anni del disagio dell'altro, nel secondo caso tale disagio è spesso condiviso. Ad esempio c'è chi dichiara in mediazione che la propria è una famiglia perfetta, che la propria è una coppia perfetta e di non capire affatto da dove arrivi la decisione dell'altro di separarsi, ma c'è anche chi dice al mediatore che la separazione arriva come conseguenza naturale e sperata di tutta la conflittualità vissuta tra le mura domestiche. Sono situazioni agli antipodi: da una parte la convinzione di poter vivere ancora insieme, dall'altra la certezza della separazione. Nel primo caso il mediatore chiederà alla parte che desidera la separazione se la sua decisione è irreversibile o può essere rivista in un percorso da attuare volontariamente da entrambi i partner con l'aiuto dell'esperto. Nel secondo caso verrà chiesto alla coppia se entrambi sono convinti che la separazione sia la scelta migliore.
Altre volte il partner che matura il divorzio emotivo prova un sentimento aggressivo di rivalsa e vuole vendicarsi sull'altro per aver così a lungo e sovente disatteso le proprie richieste. Mette in atto comportamenti volti a far soffrire l'altro come a sua volta ha sofferto. L'altro, che non aveva colto l'entità del disagio provato, percepirà tale comportamento come spontaneo, fuori luogo e biasimevole. Entrambi si sentono feriti e carichi di risentimento, anche se per ragioni diverse. In questa situazione occorre chiedere alla coppia se è possibile cercare di recuperare il rapporto elaborando questi sentimenti, o se questi sentimenti negativi sono così forti da impedire una relazione di coppia appagante e serena per entrambi.
Abbiamo visto come le cause dell'infelicità della coppia siano di tipo relazionale, tuttavia quando un partner le ignora o le considera solo espressioni di un disagio del tutto personale dell'altro e non se ne sente minimamente responsabile, la coppia ha alte probabilità di arrivare alla separazione con livelli di ambivalenza più o meno elevati e con sentimenti contrastanti. L'ambivalenza non è la base per sospendere la mediazione, al contrario la mediazione familiare è opportuna per aiutare la coppia a considerarla e decidere che cosa farne. Se la coppia è veramente indecisa al punto che nessuno dei due vuole veramente la separazione, ecco che la figura del mediatore può essere utile per aiutarla ad affrontare i propri conflitti, imparare a gestirli e possibilmente a risolverli. E' fondamentale lasciare emergere le questioni sommerse che sono all'origine del conflitto, solo se si lavora al vero problema è possibile trovare vere soluzioni.
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